Allo Stirpe il Frosinone affronta il Brescia in un delicato scontro salvezza. Tra gli ex più importanti delle due squadre c’è sicuramente Ivo Iaconi. L’ex tecnico, contattato da Alè Frosinone, ha detto la sua sul momento che stanno vivendo i giallazzurri.
A nove giornate dalla fine il Frosinone si ritrova a lottare per non retrocedere. Se lo aspettava?
“No, non me lo aspettavo. È una cosa che può succedere. In un momento di rinnovamento non sempre tutto riesce bene. Però ho molta fiducia nel Frosinone perché è guidato da un grande presidente ed ha un bravo direttore sportivo. È un’annata problematica, però ora si sono rimessi abbastanza in corsa”.
Quanto incide l’allenatore nella testa dei calciatori in questo tipo di situazioni?
“L’allenatore incide sempre molto. È logico che Bianco è arrivato da poco, però avrà dato delle nuove direttive che la squadra magari segue di più. Da fuori non so ovviamente cosa è cambiato di più rispetto a prima”.
Più difficile la sua impresa salvezza con il Frosinone in quel terribile campionato oppure questa che proverà a fare Bianco?
“Sono due situazioni diverse. Noi eravamo alla prima esperienza, quel campionato per noi significava come giocare in Coppa Campioni. Adesso il Frosinone è un altro tipo di società, che ha giocato in A e creato delle strutture all’avanguardia. Non che il Matusa fosse da meno, era uno stadio strepitoso dove era difficile per tutti fare punti. Però in questi 20 anni i giallazzurri hanno fatto dei passi da gigante, per merito della società e del presidente che ha una mentalità giusta. Pensare di avere una persona come Stirpe in questo calcio è tanta roba. Penso che l’ambiente debba essere contento di aver fatto un salto di qualità enorme, ora il Frosinone è una delle società più importanti del calcio italiano. Questa è stata un’annata sottotono, ma l’importante è centrare la salvezza”.
Frosinone e Brescia si scontrano sabato in uno scontro diretto per la salvezza. Che ricordi ha delle due piazze?
“Sono esperienze diverse. A Frosinone tra virgolette ho fatto il fenomeno con la promozione in B e quella salvezza in quel campionato, con il Brescia era un ambiente diverso. Per la categoria era molto più ambizioso e quindi bisognava fare meglio di quello che ho fatto, tenendo conto che quando sono arrivato la situazione non era delle più belle”.
Il Frosinone riuscirà a salvarsi?
“Secondo me ce la può fare. Questi sette punti in tre partite sono stati una manna. Fino a qualche tempo fa sembrava difficile ottenere la salvezza, ora è riuscito ad agganciarsi alle altre squadre in lotta per non retrocedere. Bisogna mantenere però i piedi di piombo. Ora si va ad affrontare il Brescia, un’altra squadra in difficoltà vedendo la classifica. In questo tipo di partite l’importante è non perdere”.
Cosa fa in questo momento, ha la voglia di tornare ad allenare?
“No. Ho smesso di allenare, per mia scelta, da 10 anni. Dopo Brescia ho rifiutato l’infinito. Non avevo più la voglia, non mi sentivo più in sintonia con l’ambiente. Se non ti diverti a fare il nostro mestiere, non lo puoi fare”.