Il “suo” Leone, Stirpe, la crescita e l’attesa salvezza. Iaconi: «Frosinone, ora scrivi una nuova pagina di storia»

L'ex allenatore dei Ciociari parla in vista della cruciale sfida salvezza di domani sera tra i giallazzurri e l'Udinese

«Crediamoci. Dall’inizio alla fine, senza mollare di un centimetro. Ricordiamoci che “noi siamo Ciociari”». Ivo Iaconi parla con il noi, sentendosi parte integrante della comunità frusinate. Del resto, lui di occasioni magiche a tinte giallazzurre se ne intende. Insieme ai suoi ragazzi, è stato tra gli artefici della fantastica prima promozione in B del Frosinone datata 2006. Volti indimenticabili, associati in modo perpetuo al raggiungimento della gloria. Perché è anche attraverso le loro gesta che tutto ha preso avvio. Ed è bello, in questo momento di trepidante attesa salvezza, instaurare un link tra passato e presente. Da Antonioli e Pagani a Romagnoli e Okoli, da D’Antoni a Barrenechea, da Ginestra e Mastronunzio a Soulé e Cheddira. E tanti altri ancora. Qualità differenti (precedute e intervallate dalle doti di altrettanti ottimi interpreti), ma stessa voglia di incidere per la storia. E ricordarsi delle fondamenta poste diventa il modo migliore per valorizzare un presente di portata imponente: «Mi capita spessoil racconto di Iaconi a “CalcioFrosinone”di pensare a ciò che è stato. Perché riavvolgere il nastro aiuta a comprendere la crescita avuta dal club. E anche dalla piazza, sempre più numerosa e pronta a sostenere il Frosinone. Centrare la permanenza in Serie A sarebbe il giusto premio per lo sviluppo globale compiuto dalla società». Con un deus ex machina che, da ben 21 anni, ne guida con condotta visionaria ogni movimento: «Il presidente Maurizio Stirpe meriterebbe una gioia così grande per quello che ha fatto. Per tutta la passione mostrata, per l’attaccamento al territorio e, chiaramente, verso questi colori». Opporsi ai concetti esternati dall’esperto mister nativo di Teramo diventerebbe esercizio arduo.

DESTINO – Analizzando la strada percorsa dal Frosinone, l’usuale cronologia tende spesso a far posto alla predestinazione. Ogni scena sembra parte integrante di un copione già scritto, intriso di emozioni. Le stesse che scandiscono la memoria di Iaconi: «Penso al vecchio caro “Matusa”, catino di tante battaglie. Lì – ha rimembrato Iaconi – era dura per chiunque fare punti. Sin dall’ingresso si respirava un’atmosfera incredibile, resa incandescente dal calore di una tifoseria eccezionale». Vibrazioni positive che oggi animano il clima del “Benito Stirpe” e che domani sera andranno ad accompagnare l’avanzata del Leone. Parlare di predestinazione, rimanendo sotto questa prospettiva, diventa automatico. Giocarsi all’ultima giornata la partita più importante della propria storia al cospetto di una diretta concorrente come l’Udinese. Neanche la più thrilling delle sceneggiature avrebbe previsto così tanto. La squadra di Di Francesco potrà affrontare i rivali bianconeri con due risultati su tre a disposizione, ma fare calcoli sarebbe l’errore più grande da commettere: «L’apparenza trasmette semplicità per il raggiungimento dell’obiettivo, però non bisogna farsi ingannare. Dalla mia umile esperienza – ha affermato Iaconi – posso dire che queste gare nascondono sempre grandi insidie. Quando giochi col “braccino” del tennista, tutto rischia di ritorcersi contro. Credo che il Frosinone debba scendere in campo con coraggio per inseguire la vittoria». Il classico scenario da uomini forti e destini forti, parafrasando il Ct Spalletti.

LA SPINTA – “90 minuti di gloria per entrare nella storia” recitava lo striscione della Curva Nord l’11 giugno 2006. Per intenderci, il giorno della finalissima playoff di C1 col Grosseto che consegnò le chiavi della cadetteria al Frosinone di Iaconi. Quasi 18 anni dopo, la carica dei tifosi non ha subito variazioni al ribasso. Ed il messaggio lanciato via social dalla parte più calda dei supporters giallazzurri evidenzia proprio quanto scritto quell’11 giugno. Ora l’asticella si è alzata, c’è la possibilità di entrare ancora nella storia scrivendone una nuova pagina. Il tanto desiderato sogno è lì a un passo: «Di Francesco ed il suo gruppo non meriterebbero un epilogo diverso. Da fuori, ho avuto modo di vedere varie partite del Frosinone e mi è sempre piaciuta la qualità di gioco espressa. Ecco, andando oltre i discorsi di programmazione e crescita societaria, il campo dice che il percorso sportivo compiuto quest’anno sia stato assolutamente positivo». Poi, ovviamente, sarà il rettangolo verde a sentenziare senza possibilità di appello. La spinta del “Benito Stirpe” diventerà cruciale e Iaconi lo sa bene: «Mi immagino la stessa aria del “Matusa”, amplificata e forse ancor più calda nell’attuale stadio, pronto a far registrare il tutto esaurito. Da quelle parti sanno come fare la differenza». Il cosiddetto dodicesimo uomo in campo, desideroso di incidere con incessante sostegno. «Ai tifosi giallazzurri dico soltanto una cosa: fatevi sentire e trascinate la squadra. Ricordando, come detto in precedenza, che “noi siamo Ciociari”». Identità e appartenenza. Che il gran finale prenda il via.

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