“From Zero to Hero”. C’è un ragazzo che, tra le fila del Frosinone, sta stupendo tutti. Di nome fa Ilario, di cognome Monterisi. Gioca come se fosse a certi livelli da una decina d’anni. Lo fa con le sicurezze interiori di un trentenne nonostante l’anagrafe reciti quota 21. E invece la realtà dice che è alla sua prima vera stagione in A dopo l’esordio del 2020 avvenuto con la maglia del Lecce. Roba da capogiro, direbbe qualcuno. Anche perché fino a pochi mesi fa in B nemmeno faceva il titolare. Chi lo conosce bene, però, non concede spazio ad eccessivo stupore. Vito Di Bari, suo ex allenatore nella Fidelis Andria, fa parte di questa lista. Lo afferma senza troppi dubbi: «Conosco le qualità del ragazzo – le parole rilasciate a “CalcioFrosinone” – e posso garantire che non sono rimasto sorpreso dall’impatto avuto con la massima serie. Ilario ha voglia di arrivare, non si accontenta mai e spinge sempre al top. E questo, alla lunga, fa la differenza».
CRESCITA – Vederlo salire sul palcoscenico più pregiato da protagonista, con l’impronta di new entry, è un bel vedere. Una storia a lieto fine, nella quale doti tecniche e qualità interiori si intrecciano in modo armonioso. Un po’ come successo in passato, perché Di Bari è stato colui che, di fatto, ha lanciato Monterisi tra i pro. «Ricordo – il racconto – che iniziò come terzino destro, però vedendolo in allenamento percepivo questa predisposizione ad agire centralmente. Quando l’ho schierato in quella zona di campo, non si è più mosso». Con lui al timone della Fidelis Andria, l’attuale difensore giallazzurro ha trovato la continuità di cui necessitava: «Parliamo della stagione 2021/22 ed era giovanissimo, ma nonostante l’età con me ha sempre giocato. Fisicità e abilità nella lettura dei momenti nei quali intervenire, furono queste caratteristiche a spingermi nel concedergli la titolarità fissa». E a distanza di un po’ di tempo, stanno piovendo conferme. Contro il Torino in Coppa Italia è giunta l’ultima. Il 21enne nativo di Trani ha sciorinato una prestazione dominante, densa di sostanza e certezze. Quelle che lo hanno accompagnato nel fronteggiare Zapata e Sanabria con risvolti meritevoli dei migliori elogi.
ESEMPIO – Di sicuro, l’idea di calcio portata avanti da Di Francesco lo sta valorizzando. Difesa alta, accettazione dell’uno contro uno e ricerca dei duelli: concetti rilevanti, palesi agli occhi esterni. «Il Frosinone gioca in modo spettacolare – il plauso di Di Bari, attuale condottiero dell’U17 del Bari – e credo che sia la più grande sorpresa del campionato italiano. Monterisi, nello specifico, sta traendo giovamenti da questa coraggiosa interpretazione delle due fasi. Partecipa nella costruzione dal basso e poi chiaramente emerge a livello difensivo perché nei contrasti è forte, ma anche nella velocità. Magari lascia la profondità all’attaccante rivale, però poi è bravo nel recuperare e difenderla. Ecco, in Coppa Italia ha dato dei segnali molto interessanti in tal senso». La crescita è lampante, così come la personalità. E il suo ex mister rammenta con piacere un episodio ben preciso: «A Pagani nell’andata della finale playout rimediò una micro-frattura del quinto metatarso. Ci eravamo messi l’anima in pace per il ritorno, senza però fare i conti con il suo desiderio di esserci. Venne da me dicendomi: “Mister, voglio giocare il ritorno”. Detto, fatto. Sostenne la rifinitura, disputando poi una grande partita che ci aiutò a conquistare la salvezza. Lì capii lo spessore del ragazzo». Un aneddoto che, nell’attualità, non manca di esplicitare con gioia ai suoi giovani talenti: «A loro parlo spesso della storia di Ilario, esponendola come esempio. Se ti alleni e ti impegni, nulla è impossibile». Sogni che diventano realtà. “From Zero to Hero”, col Frosinone nel destino.