Il numero 10 giallazzurro rivela i suoi sogni e i suoi obiettivi e anche qualche simpatico aneddoto passato
L’attaccante del Frosinone Calcio, Giuseppe Caso, si è raccontato a Cronache di spogliatoio. L’ex Cosenza ha parlato del presente ma anche ricordato alcuni aneddoti passati.
Il presente dice maglia numero dieci, quattro gol e tre assist con il Frosinone: “Il primo grazie va a Grosso, ha creduto in me fin dal ritiro dandomi spazio e fiducia. Ancora adesso mi prende spesso da parte, mi fa vedere tanti video e mi spiega i movimenti. È scrupoloso in tutto, attento al singolo dettaglio. Ma ha permesso a ognuno di noi di crescere e migliorare». Metodo vincente. Il secondo ringraziamento, invece, è per i compagni. «Siamo una squadra partita senza giocatori affermati, ma da cui usciranno 25 grandi nomi. Tanti giovani, forti e con voglia di emergere. Abbiamo un grande gruppo”.
In mezzo alla chiacchierata, parlando della Fiorentina, Giuseppe tira fuori un aneddoto. Lo fa fotografando un momento preciso. «Era il giorno del 4-2 alla Juventus, tripletta di Pepito Rossi. Ci credi se ti dico che poi la sera a cena con lui c’ero io? Aveva un’umiltà unica, aveva appena segnato tre gol alla Juventus e stava a cena con un ragazzino della primavera. Ti fa capire che persona è. Mi ha sempre preso sotto la sua ala, mi proteggeva. Quando ci siamo visti lo scorso anno, dopo un Cosenza-Spal, gli ho chiesto la maglia. La conservo ancora oggi con cura».
Giuseppe Caso, il riscatto con Bisoli e il sogno azzurro
Per Caso entrare a Coverciano e vestire la maglia azzurra è stato come tornare indietro nel tempo, a quel bambino che a Firenze – a pochi passi da lì – sognava un giorno di indossarla. Lo ha realizzato. “Sono rimasto impressionato da Mancini, attento a ognuno di noi in tutto e per tutto”. L’obiettivo ora sarà tornarci. Magari grazie al Frosinone, sperando di festeggiare a giugno e raggiungere la Serie A.