
Una delle soprese dell’inizio di stagione del Frosinone è sicuramente Ben Kone. Il centrocampista ivoriano, arrivato in estate dal Torino, è già entrato nel cuore dei tifosi giallazzurri. A cronachedispogliatoio.it, il centrocampista parla di questi primi mesi in Ciociaria: “Grosso mi sta dando fiducia, ogni tanto racconta del famoso rigore del 2006 non per far emergere l”io’ ma per sottolineare il senso del lavoro. Un compagno speciale è Lucioni: mi ha soprannominato ‘microfono’ per via dei miei capelli, ogni tanto mi dà una botta in testa scherzando ‘prova, prova’. Stiamo bene, siamo forti e la squadra c’è“.
Ma la carriera di Kone non è sempre stata rose e fiori, come quando stava rischiando di smettere di giocare a calcio: “Mi ero fatto male in strada giocando con gli amici, a piedi scalzi. Avevo 14 anni, ho rischiato di perdere la gamba sinistra per un’infezione. Ho ancora la cicatrice, mi ricorda che sono stato a un passo dal non giocare più a pallone“.
Poi due parole sulla madre, la compagna e la figlia: “Era il 2015 e non la vedevo da quasi 5 anni, aveva preso un aereo quando ero piccolo per lavorare in Italia con mio zio e non era più tornata. Faceva la badante, quando ha saputo che mi ero fatto male in modo serio ha mollato tutto per portarmi le medicine. Ha perso lavoro, casa, sicurezza, ma non le importava nulla. Quando la vidi iniziai a saltellare con il gesso. Con la mia compagna è stato un colpo di fulmine. Lavorava alla Vodafone e andai in negozio per farmi montare la fibra, ora è la madre di mia figlia. Quando ho lasciato Cosenza le ho detto di venire con me e così è stato“.
